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Proroga stato di emergenza, cosa cambia per chi viaggia

I poteri speciali del governo portano anche alla possibilità di prendere decisioni sui trasporti.

Viaggiare

La prosecuzione dello stato d’emergenza per l’Italia è motivo di dibattito politico. Alle opposizioni non va giù che il governo si conceda poteri speciali. Tuttavia, non è questo ciò che interessa Collegamondo. La questione risulta particolarmente interessante per  chi si sposta e viaggia, perché la fase emergenziale prefigura particolari scenari nel settore dei trasporti.

Proroga stato d’emergenza: possibile chiusura dei confini

A governare gli spostamenti oltre confine dei soggetti nel mondo ci sono trattati e accordi internazionali. Chiudere le frontiere è un esercizio che, in regime di normalità, non sarebbe fattibile. Nel momento in cui, però, si dichiara uno emergenziale, il governo si prende, come la Costituzione gli consente, di adottare provvedimenti restrittivi ad hoc. Un’eventualità tutt’altro che remota in una fase come quella che si sta vivendo in questa fine di luglio. A fronte di un’Italia che sta dando prova di efficacia del contenimento del virus, c’è una situazione internazionale dove le difficoltà non sembrano placarsi.

Proroga stato d’emegenza: zone rosse e spostamenti si possono limitare facilmente

Gli spostamenti possono perciò essere limitati attraverso una serie di misure che, purtroppo, sono state già adottate nei periodi più complicati di marzo e aprile. Accade così, ad esempio, che l’Italia può bloccare i voli dai paesi a rischio. Un provvedimento già esistente, tra l’altro, per alcune aree. Al momento non può entrare in Italia chi proviene, anche se solamente per transito, da 16 paesi. Tra questi figurano la Serbia, il Bangladesh e la Serbia. Il tutto è effetto di un’ordinanza del Ministro della Salute Roberto Speranza.

La proroga dello stato d’emergenza rappresenta, inoltre, una fase in cui il governo può disporre la creazione di zone rosse. Come è noto si tratta di aree che verrebbero circoscritte, dove entrerebbero in vigore duri divieti e controlli rafforzati.

Il tutto nell’ottica di una possibile necessità determinata dalla volontà di scongiurare una potenziale seconda maxi-ondata.