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Viaggiare con il coronavirus: così una start up ha sconfitto rassegnazione e paura della gente

Si tratta di una società costituita tre settimane prima del lockdown che è riuscita a vincere la propria sfida.

Metti un’azienda. Mettine una fatta di giovani e che sceglie di aprire i battenti tre settimane prima del lockdown. Mettici anche che si sarebbe dovuta occupare di organizzare viaggi nell’epoca delle restrizioni, dei confini chiusi e della paura di viaggiare. Raccontata così sembra l’inizio di una start up condannata a morte. Invece no. La perseveranza, la costanza e l’ingegno sono armi che possono essere usati a dovere nel momento in cui andare avanti sembra la cosa più difficile.

Viaggiare con il coronavirus: non è tabù

La start up si chiama Tramundi e si è guadagnata l’attenzione di Repubblica per la straordinaria esperienza che oggi può raccontare. A fondarla sono stati Alessandro Quintarelli, Alberto Pirovano e Rodolfo Lironi. A livello di categoria possiamo catalogarla come travel company digitale. Mai si sarebbero immaginati di dover fare i conti con difficoltà come quelle di una pandemia che ha già messo in difficoltà tante aziende. Oggi, però, loro possono raccontare una storia lieto fine e che racconta di un business che sta prendendo il volo nonostante le contingenze favorevoli.

Vacanze con esperienze accattivanti

Tramundi si era prefissa l’obiettivo di offrire esperienze esclusive a quanti volessero godersi un viaggio caratterizzato da percorsi in bicicletta, canyoning, gite in barca). La prima intenzione era quella di puntare su destinazioni che fossero al di fuori dei confini nazionali. Quanto accaduto ha reso necessaria una virata verso destinazioni italiane e luoghi in cui i viaggiatori si sentono al sicuro.

La struttura societaria oggi prevede una task force che quotidianamente si occupa di monitorare le zone e l’andamento dei contagi. Ai clienti si offrono solo località che siano “safe”. Tramundi si è preoccupata, inoltre, di offrire a quanti la scelgono di offrire un’assicurazione che si occupa di coprire le spese qualora dovessero verificarsi dei contagi. Eventualità che comporterebbe la necessità, ad esempio, di stare in quarantena nel luogo in cui si trova.