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Viaggiare in aereo dagli Usa all’Europa al tempo del coronavirus: l’esperienza di Jacob

Tre aeroporti e 7000 chilometri da percorrere al tempo del Covid.

Fase 2 voli

Ci sono quasi 7000 chilometri tra il New Jersey e la Croazia. Una distanza ampia, ma che lo è ancor di più in questa precisa fase storica. Su exyuaviation.com è apparso il racconto Jacob Wooten che, partendo dagli Usa, ha raggiunto Dubrovnik.

Viaggiare: non è facile partire dai paesi con situazione coronavirus complicata

Jacob ha scritto di essere bene a conoscenza di quelle che sarebbero potute essere le difficoltà di un cittadino americano che viaggia verso l’estero. Specificazione fatta, dovendo considerare il fatto che, al momento, gli Stati Uniti sono uno tra i paesi dove la curva epidemica del coronavirus desta maggiore preoccupazione. Il diretto interessato racconta di aver fatto tre settimane di isolamento prima di essersi messo in viaggio e di aver fatto un test per il Covid-19 prima di partire.

Viaggiare con il coronavirus: si può

La prima tratta da percorrere in aereo era quella tra Newark e Amsterdam. Jacob racconta di aver visto un aeroporto fantasma nel New Jersey. Lì è stata verificata la ua documentazione, gli è stato chiesto di compilare un modulo di informazioni sanitarie. Nella circostanza ha potuto notare come, ad esempio, i passeggeri indirizzato verso Tel Aviv siano stati tenuti confinati in altre zone, immaginando che ciò fosse dovuto a precisi protocolli di richiesti da Israele. Una volta arrivato in Olanda anche lì gli è stato richiesto di presentare un modulo con le informazioni sanitarie. Obbligo di mascherine rispettato in Europa da quasi tutti gli utenti dell’aeroporto, mentre non tutto il personale faceva lo stesso.

Sul volo per la Croazia ha ricevuto una bottiglia d’acqua e una salvietta igienizzante. Una scelta per compensare la sospensione del servizio bar condotto dal personale passando fila per fila. Sul volo Zagabria – Dubrovnik, ultimo dei tre, Jacob ha notato l’ennesima aerostazione semi-deserta. Segno del fatto che questo non è ancora il tempo di una ritrovata normalità.