Il Campanile Sommerso nel Lago è il simbolo della Val Venosta. Un’immagine suggestiva che ha come scenario il lago di Resia. Si tratta di uno specchio d’acqua della lunghezza di 6000 metri, a cui fanno da sfondo le splendide montagne della Vallelunga. Il campanile se ne sta lì in acqua, diventando protagonista di istantanee che fanno il giro del mondo per l’unicità della cosa. Ci si immagina che possa essere un fenomeno spiegato da chissà quale leggenda. Basta, tuttavia, studiare la storia di ciò che è successo per scoprire una vicenda che è decisamente meno magica dell’immagine stessa.
Campanile sommerso: la storia parte alcuni decenni fa
Non tutti, però, saranno che alla base di quanto si vede oggi c’è un errore umano. Il campanile fa, infatti, parte di una chiesa del quattordicesimo secolo che è stata letteralmente affogata dagli effetti dell’errata costruzione di una diga dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
L’obiettivo era creare un bacino d’acqua artificiale che potesse rappresentare una risorsa per produrre energia di tipo elettrico. Dopo una serie di rinvii, nel 1947 venne disposto il definitivo via libera ai lavori. I lavori sono durati tre anni, ma la portata dell’errore si avvertì subito la serrata delle chiuse. 677 ettari di ettari sono stati sommersi dall’acqua, decine di famiglie hanno visto annegare tutti i loro beni. Ad avere la peggio furono gli abitanti di Curon,insediatisi inizialmente in delle baracche di fortuna all’inizio della Vallelunga.
Campanile sommerso: fu dramma per molte famiglie
Oggi, però, nonostante il dramma del tempo, il campanile che giace sul lago di Curon è diventato una vera e propria attrazione per il turismo e immagine iconica del paese..
Non è un caso che, tra l’altro, la location abbia suscitato grande attrazione in Netfix. Proprio sulle rive del lago Resia è stata ambientata una serie noir italiana dal titolo Curon. Novità che, naturalmente, ha innalzato la richiesta di quanti vogliono apprendere di più sulla leggenda del campanile sommerso.